Juve Stabia, quando a fare goal è la camorra
A causa delle infiltrazioni del clan D’Alessandro nella Juve Stabia la società calcistica è stata sottoposta a amministrazione giudiziaria. L’attuale presidente Andrea Langella, viene specificato nel decreto, è ritenuto lontano da logiche criminali. Questi i principali passaggi dell’inchiesta della Procura Nazionale Antimafia.
I dieci punti dello scandalo
Punto prima: Francesco Menniello, che è stato presidente per oltre dieci anni, fino al 2020, che secondo un collaboratore di giustizia pagava il pizzo al clan. Secondo punto: nell’organigramma societario figura Roberto Amodio, direttore del settore giovanile, indicato dal collaboratore di giustizia Pasquale Rapicano (ex clan D’Alessandro) come persona a disposizione del clan e imposto alla società dal gruppo criminale. Punto tre: è emersa la prassi diffusa di alterazione dei dati anagrafici inseriti per consentire l’accesso allo stadio a soggetti pregiudicati e colpiti da Daspo, molti dei quali considerati contigui al clan D’Alessandro. Punto quattro: molti degli esercizi accreditati per la vendita biglietti sono gestiti da soggetti imparentati con esponenti dei D’Alessandro. Punto cinque: gli inquirenti hanno rilevato altre infiltrazioni anche nella gestione del servizio ristoro, ovvero della vendita delle bibite all’interno dello stadio “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia. Punto sei: la gestione del servizio di pulizia interna dello stadio Romeo Menti è affidata alle società “Eco Srls” e “Pro Eco Srls”, entrambe amministrate da Luigi Calabrese. Che è il genero di Luigi D’Alessandro. Punto sette: secondo lo stesso collaboratore di giustizia, Pasquale Rapicano, i D’Alessandro controllano anche il settore delle ambulanze presso lo stadio. Punto otto: nel decreto è evidenziato che Vip Security, la società gestisce il servizio di sicurezza allo stadio è sprovvista del titolo autorizzativo della prefettura. Punto nove: dubbi anche sulla gestione del settore giovanile per la presenza nell’organigramma di Alfonso Todisco, dirigente del settore giovanile imparentato con esponenti malavitosi della zona e denunciato per avere aiutato la latitanza del boss Michele D’Alessandro. Punto dieci: sul palco, alla festa di maggio, erano saliti Giovanni Imparato, Michele Lucarelli e Raffaele Di Somma, rappresentanti dei tre gruppi ultras della tifoseria che gli inquirenti identificano anche come “indubbi esponenti della criminalità locale”
Sindaco di Castellammare Luigi Vicinanza: “Il 29 maggio, i camorristi erano sotto il palco non sopra”
Intervistato dal giornalista Vincenzo Mele nel corso di“Campania24”, oggi il sindaco di Castellammare di Stabia ha voluto precisare alcuni punti relativi allo scandalo Juve Stabia. “Dobbiamo liberare Castellammare e la Juve Stabia dallo strapotere del clan D’Alessandro. Ben vengano tutte le inchieste giudiziarie. Il clan comanda da mezzo secolo e tutto ciò che serve a liberare la città da questo veleno, ben venga”, ha detto il primo cittadino in carica dal giugno dello scorso anno. Ma è sulla festa per la promozione in serie B che Vicinanza ci ha tenuto a fare delle precisazioni sulla presenza di alcuni esponenti del clan: “Il 29 maggio c’erano tantissimi tifosi e cittadini a festeggiare un campionato straordinario, quell’episodio ha macchiato la festa. Loro non erano nella scaletta, si sono infiltrati e non sono stati fermati dalle forze dell’ordine per evitare tensioni. Io non li conosco, non frequento gli ambienti camorristici, ma quando lo seppi all’indomani presi le distanze. Ma ribadisco. Non erano sul palco, ma sotto”. Riguardo, poi, all’impegno contro la criminalità del Comune, il sindaco ha aggiunto: “Contano i fatti e l’azione quotidiana contro le polemiche strumentali di qualcuno. Questa amministrazione è contro la camorra. Abbiamo trasformato un centro scommesse in centro di assistenza sociale per le fasce deboli, inaugurato proprio ieri. Domenica scorsa abbiamo consegnato un campetto di calcio per i più giovani a una parrocchia. Anche sottraendo spazi al degrado, si fa la lotta alla malavita”.