“Euforia Tomaso Binga”, Mostra a cura di Eva Fabbris
La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – museo Madre apre dal 18 aprile la mostra “Euforia Tomaso Binga”, a cura di Eva Fabbris con Daria Khan, exhibition design Rio Grande: è la sua più ampia retrospettiva museale e presenta i quarant’anni della sua pratica artistica attraverso più di centoventi opere tra installazioni, fotografie, collage, documenti, testimonianze di performance – molte delle quali mostrate per la prima volta o a decenni di distanza dalla loro prima esposizione – provenienti da musei e collezioni private. Il titolo dell’esposizione Euforia è una parola particolarmente amata da Binga perché contiene tutte le vocali. “Foneticamente universale ed estroversa diventa un titolo-manifesto, un augurio, una necessità politica di resistenza” – spiega Eva Fabbris – e contraddistingue tanto il suo approccio alla pratica verbo-visuale quanto al femminismo. “Tomaso Binga è un pezzo di storia culturale italiana e non solo reputo urgente raccontare, documentare, analizzare e mostrare, proprio nel momento in cui le nuove generazioni ripensano temi di genere e definizioni identitarie e linguistiche, e le reinventano con una libertà complessa ed eccitante.” Tomaso Binga, nome d’arte di Bianca Pucciarelli Menna (nata a Salerno nel 1931, vive e lavora a Roma), artista che dal 1971 ha scelto di entrare nel mondo dell’arte con uno pseudonimo maschile per evidenziare i privilegi dell’uomo anche nel campo culturale: “Il mio nome maschile – dice Binga – gioca sull’ironia e lo spiazzamento; vuole mettere allo scoperto il privilegio maschile che impera nel campo dell’arte, è una contestazione per via di paradosso di una sovrastruttura che abbiamo ereditato e che, come donne, vogliamo distruggere. In arte, sesso, età, nazionalità non dovrebbero essere delle discriminanti. L’Artista non è un uomo o una donna ma una PERSONA”.