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Ridateci la Villa Comunale di Napoli: giorno 7 – L’assenza

I più pessimisti hanno già pronto il necrologio: “Dopo lunga sofferenza è venuta a mancare la Villa Comunale di Napoli, i cittadini affranti ne danno il triste annuncio. Non si dipensa dai fiori e dalle piante, perché almeno potranno mettere loro a dimora”. Ma noi siamo, invece ottimisti e sicuri che dopo la lunga agonia il “paziente” si salverà. Intorno al tavolo operatorio si sono accomodati in tanti. Esperti di arte, di edilizia, di verde e di decoro, che non lasceranno che muoia. Il problema è che non è noto (che non lo sappiano neppure loro?) quanto durerà l’operazione. Dal 22 settembre la Villa Comunale è chiusa. Game over, stop, fine. Chissà quanto occorrerà per raggiungere gli obiettivi prefissati. Ovvero: a) la salvaguardia dell’apparato botanico, con sostituzione delle specie malate o già abbattute, operazioni di manutenzione, cura fitopatologica e messa in sicurezza di tutte le alberature e gli arbusti esistenti da conservare, riconfigurazione delle aiuole; b) il recupero delle aree architettoniche e degli elementi di arredo urbano, con sostituzione di tutte le panchine in ferro e dei cestini portarifiuti, isole ecologiche per la raccolta differenziata, accorpamento delle 3 aree giochi in un’unica area attrezzata vicino alla pista di pattinaggio ed allo chalet blu, pavimentazione in tufo in miscela drenante stabilizzata; il restauro di tutte le opere d’arte (fontane, busti, erme, monumenti), con la revisione del sistema di raccolta delle acque meteoriche (Il sistema di deflusso delle acque meteoriche ha una ripercussione anche sulla rete stradale circostante, specialmente durante eventi atmosferici eccezionali); c) il recupero degli impianti illuminotecnici, di sorveglianza, idrico-fognari e di irrigazione, con una rete di luci per creare effetti notturni sia degli ambienti botanici che per le opere d’arte, relamping dell’illuminazione lungo la recinzione della villa. Chissà?…