La mafia pugliese gestiva le attività dal carcere di Secondigliano
Traffico di armi e di droga, gestiti dal carcere. Persino gli omicidi venivano ordinati dal penitenziario di Secondigliano, sotto la regia della mafia pugliese. Sono 69 le persone indagate e 22 gli arresti. Le indiagini sono state condotte dagli investigatori del Gico – Gruppo Investigativo criminalità organizzata di Bari, che ha consentito di svelare l’operatività del clan mafioso Misceo. I finanzieri sono riusciti a ricostruire dinamiche e azioni del clan individuandone la base operativa per i traffici illeciti – produzione e smercio di stupefacenti, armi e omicidi – a Noicattaro, in Puglia, da cui le attività illecite si sarebbero ramificate per raggiungere Bari, Fasano, Gioia del Colle, Triggiano, Capurso. Il centro decisionale del clan, per gli inquirenti, sarebbe stato nel carcere di Secondigliano a Napoli, da cui il boss sarebbe riuscito a mantenere stabilmente i contatti con l’organizzazione e a gestirla.