Maurizio Capone “suona” la Mehari di Giancarlo Siani
Scritta poche ore dopo l’uccisione del ventiseienne cronista del Mattino, “Troppo in fondo” divenne la prima canzone anticamorra mai scritta in Italia. I 666 erano amici personali di Siani e racchiusero nel loro brano la sensazione di sgomento, impotenza e rabbia di quelle terribili ore di quarant’anni fa. Maurizio Capone e la sua band-simbolo della Vesuwave napoletana presenterà in anteprima per l’evento FAI “Le Parole di Giancarlo” la nuova versione della canzone. In occasione del quarantesimo anniversario della scomparsa di Giancarlo Siani, la band ha deciso di registrare una nuova versione della canzone: “Abbiamo risuonato e ricantato il nostro brano, ma con uno ‘spirito’ attuale, e con la partecipazione di Paolo Siani, che legge un estratto da un articolo del fratello Giancarlo del 1985” spiegano Marco Gesualdi, Vittorio Nicoletti Altimari e Maurizio Capone, componenti storici della band. La canzone sarà presentata in anteprima – in versione acustica – mercoledì 17 settembre, alle ore 18.30, negli spazi della monumentale Villa Bruno di San Giorgio a Cremano, in occasione di un evento promosso dal gruppo FAI Vesuvio – Delegazione di Napoli e intitolato “Le parole di Giancarlo”, nato in collaborazione con la Fondazione Giancarlo Siani. La biblioteca ospita la Mehari verde del giornalista, automobile che fu teatro della tragica fine della sua giovane vita, divenuta da subito emblema di una lotta convinta alle mafie e alla corruzione: il 17 aprile, il percussionista e ‘anima ritmica’ dei 666 – Maurizio Capone – “suonerà”, letteralmente, la Mehari di Giancarlo, che sarà trasformata in ‘strumento’ musicale e in ‘voce’ di legalità e coraggio. Il singolo “Troppo in fondo” sarà disponibile su Spotify e sulle principali piattaforme musicali digitali dal 23 settembre 2025, anniversario della scomparsa di Giancarlo Siani. “Troppo in fondo” era molto amata anche da Pino Daniele, con il quale i 666 entrarono in contatto dopo aver partecipato al film “Blues Metropolitano”: il ‘nero a metà’ decise di puntare su questo brano come singolo e affidò i 666 alle cure del grande produttore Allan Goldberg. La Emi non volle pubblicare il singolo perché trattava un tema “troppo scottante” per l’epoca.