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La musica del XVIII secolo che unisce Napoli e Matera

Matera e Napoli nuovamente unite nel segno della grande musica del XVIII secolo. Sarà la Casa Cava di Matera a ospitare, giovedì 2 ottobre alle ore 20, il secondo appuntamento della ventiseiesima edizione del Festival Duni. Il concerto vede protagonista la grande musica del compositore napoletano Gian Francesco De Majo (Napoli, 1732-1770). A far risuonare le “Cantate sacre a voce sola e strumenti”, partiture finora mai ascoltate in epoca contemporanea del grande compositore napoletano del Secolo dei Lumi, è stato invitato a Matera l’ensemble pugliese Orfeo Futuro con cui il Festival Duni rinnova la collaborazione, ancora una volta in preziosa sintonia con la Rassegna “Tempio Armonico” diretta dal Maestro Antonio Florio per la Biblioteca e Complesso dei Girolamini di Napoli. Nonostante la sua esistenza relativamente breve, De Majo compose una impressionante quantità di melodrammi, in gran parte accolti con successo e partecipi del clima creato dalla riforma di Gluck in quegli anni, e ben 70 composizioni sacre. “De Majo incarna l’apice della grande tradizione di livello europeo espressa dalla scuola musicale di Napoli per due secoli, dagli inizi del Seicento alla fine del Settecento. – spiega Dinko Fabris, direttore artistico della rassegna materana – Suo padre Giuseppe era divenuto, nella prima metà del secolo, uno dei più autorevoli maestri napoletani, anche grazie alla sua elezione a maestro della Real Cappella dal 1745 e alle sue tante composizioni per teatro e da chiesa. Sua madre, Teresa Manna, era figlia dell’altro grande compositore napoletano Gennaro Manna e sorella di Giacinto, oltre che nipote di Francesco Feo. Questo intreccio di grandi nomi del panorama musicale partenopeo si ritrova simbolicamente in una nota apposta sul manoscritto autografo dello ‘Stabat Mater’ di Giovan Battista Pergolesi conservato nell’Archivio dell’Abbazia di Montecassino, dove è indicato che la partitura fu affidata a Feo, che la lasciò a Manna e da questi giunse a De Majo”.

Orfeo Futuro

Orfeo Futuro è un ensemble a geometria variabile, dal quartetto all’orchestra. Riunisce – dal 2010 – musicisti italiani e non, specialisti nelle prassi esecutive su strumenti storici. Lavora su progetti inediti e di largo respiro, a volte anche incrociando repertori antichi e musica nuova. Ha realizzato centinaia di concerti e numerosi CD, anche in collaborazione con altri ensemble e solisti d’eccezione (Gaetano Nasillo, Luca Guglielmi, Enrico Gatti, Priska Comploi, Alessandro Nasello). Tra le produzioni più recenti si segnalano: “Around the Ground”, “L’Eredità di Arcangelo”, “Insight Lucrezia”, “Amada Esquina”, “La Meraviglia”, “Soli Deo Gloria” con i corali figurati di Bach eseguiti con consort di viole. Insieme all’ensemble vocale Spirito di Lione ha debuttato nel 2019 alla Biennale Musica di Venezia. Collabora stabilmente con Anima Mea Festival che si tiene annualmente a Bari ed altre città della Puglia. I protagonisti del concerto di giovedi sono: Angelica Disanto, soprano; Giovanni Rota e Valerio Latartara, violini; Gioacchino De Padova, basso di viola; Gisella Massa, violone; Carlo Maria Barile, organo; Pierfrancesco Borrelli, clavicembalo e direzione.