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Imparare a fare il caffè dietro le sbarre

Dieci detenuti – grazie all’accordo tra penitenziario di Secondigliano, Diocesi di Napoli e Kimbo – potranno apprendere tutti i segreti per realizzare il chiccho perfetto, dal terreno alla tazza. Il progetto si chiama “”Un chicco di speranza”, e rientra nel programma di reinserimento rivolto ai detenuti. Ai destinatari è offerta formazione professionale di barista e come manutentore tecnico, insieme all’opportunità di un reinserimento sociale e lavorativo. Il progetto vede il coinvolgimento anche del Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli i cui esperti aiutano i detenuti a capire quale sia il tipo di pianta di caffè più adatta alle potenzialità organolettiche del terreno. Al fianco di Kimbo, del carcere di Secondigliano e della Diocesi di Napoli anche la magistratura di sorveglianza che vigilerà e supporterà le attività e gli spostamenti dei detenuti, anche con l’emissione di provvedimenti eventuali che, nei termini di legge, dovessero rendersi necessari.