Dia: camorra radicata sul territorio
Nel 2023 l’economia regionale in Campania ha mostrato segnali di forte rallentamento, con una crescita inferiore alla media nazionale. Famiglie in stato di disagio, contrazione del potere d’acquisto, rallentamento produttivo e l’alto livello di disoccupazione sono tutti fattori che contribuiscono ad aumentare la vulnerabilità della popolazione e, di conseguenza, l’attecchire di fenomeni di usura e controllo economico da parte della camorra. Dalla relazione semestrale al Parlamento della Dia – Direzione Investigativa Antimafia – valida per il 2024 emerge lo scenario in cui la camorra, con alleanze di “cartelli”, agisce come vere e proprie imprese mafiose nell’adottare “strategie sistemiche all’interno del contesto socio-economico in cui operano anche oltre le aree di tradizionale immanenza”. Si parla della compresenza di una moltitudine di organizzazione camorristiche; alcune, più strutturate ed evolute, assumono connotazioni imprenditoriali. Altre, in posizione subordinata, operano sui settori tradizionali e con maggiore propensione alla violenza. È il coinvolgimento di imprenditori collusi, esponenti delle amministrazioni delle imprese locali – dei cosiddetti “colletti bianchi” – a favorire l’infiltrazione mafiosa nel settore edile e immobiliare, e più in generale nell’ambito dell’economia legale e del tessuto sociale e lavorativo.
Napoli e Caserta sono le aree di maggiore incidenza
Napoli e Caserta si confermano le aree in cui la camorra opera con maggiore incidenza, mantenendo “forte radicamento sul territorio e una pericolosa capacità di infiltrazione nella società civile e nelle istituzioni locali”. Nel 2024 le Autorità prefettizie campane hanno adottato complessivamente 240 interdittive antimafia di cui 232 nelle sole province di Napoli e Caserta. Analizzando nello specifico i provvedimenti, emerge la forte diversificazione degli interessi illeciti verso differenti settori economici. Infatti, è forte l’infiltrazione mafiosa nel settore edile e immobiliare, nella gestione dei rifiuti, nel settore agroalimentare e in quello delle onoranze funebri. A Napoli permangono i due principali cartelli camorristici: l’Alleanza di Secondigliano (composta dalle famiglie Mallardo, Contini-Bosti e Licciardi) e il clan Mazzarella. La provincia di Caserta è dominata dal clan dei Casalesi, riconducibile alle famiglie Schiavone, Bidognetti, Zagaria e Iovine. La sola città di Napoli conta 9 omicidi e 30 ferimenti riconducibili all’ambito camorristico nel 2024. Il traffico e lo spaccio di stupefacenti rimane una delle principali fonti di lucro; da evidenziare il rinvenimento di 188 kg di cocaina presso il porto di Napoli per mano della Polizia di Stato, avvenuto lo scorso 11 agosto.