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Alleanza di Secondigliano, il cartello prova a rialzare la testa

Sono una ventina le persone finite nella rete dei carabinieri del comando provinciale, che hanno eseguito misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Dda. I fermati sono accusati di associazione mafiosa, estorsione, ricettazione. Secondo gli inquirenti il clan Licciardi del cartello Alleanza di Secondigliano, con i Contini-Bosti e i Mallardo, aveva organizzato una cooperazione criminale con l’aiuto di gruppi camorristici satelliti, per agire in quartieri lontani come Fuorigrotta, Bagnoli e Rione Traiano. Colpisce, nell’inchiesta il ruolo di primo piano delle donne, in particolare per le estorsioni. È stato anche chiarito il meccanismo attraverso il quale il clan Licciardi riusciva a fare affari con altre famiglie camorristiche operanti a Napoli/Centro, nel quartiere Sanità, nell’area nord Melito / Casavatore /Mugnano, nella zona da Miano a Marianella e nell’agro Nolano.