Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

Al Suor Orsola l’intelligenza artificiale al servizio dell’arte

L’intelligenza artificiale al servizio del restauro, della conservazione, della fruizione e della valorizzazione del patrimonio culturale. È l’iniziativa lanciata dall’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, la più antica libera Università italiana che nel 1991 è stata la prima in Italia ad avviare un corso di studi specificamente dedicato ai beni culturali. La nuova sfida sarà portata avanti dall’HighESt Lab Napoli, un innovativo laboratorio di ricerca multidisciplinare dedicato all’applicazione dell’intelligenza artificiale nel campo delle Digital Humanities. Un progetto che a Napoli è stato realizzato grazie all’accordo scientifico siglato dal Suor Orsola con il Dipartimento di Economia e Statistica Cognetti De Martiis dell’Università di Torino, dove il primo HighESt Lab è stato inaugurato nello scorso dicembre con la direzione scientifica di Paola Pisano, già Ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione. “L’Università Suor Orsola Benincasa – evidenzia il Rettore Lucio d’Alessandro – è stato tra i primi Atenei italiani a investire fortemente nella ricerca sul rapporto tra scienze umane e nuove tecnologie, perché solo attraverso questa sinergia si può rispondere all’esigenza di formare professionisti completi, capaci di affrontare le sfide complesse del mondo contemporaneo. E HighESt Lab Napoli sarà uno strumento chiave per questa visione”. Il neonato laboratorio partenopeo sfrutterà, pertanto, le consolidate competenze dell’Università Suor Orsola Benincasa nelle discipline umanistiche concentrandosi sull’integrazione tra quest’ultime e l’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di sviluppare progetti nel campo della ricerca, della formazione e dell’applicazione dell’AI. Lo farà in collaborazione con il laboratorio madre di Torino che sosterrà attivamente la nuova sede partenopea, fornendo competenze, metodologie, infrastrutture e supporto tecnico nella fase di avvio, oltre a contribuire alla definizione di una governance condivisa. “Questo nuovo laboratorio – chiarisce Gianluca Genovese, coordinatore scientifico del progetto HighESt Lab Napoli – è un esempio concreto del ruolo centrale che deve assumere il ‘nuovo umanista’, colui cioè che è capace di esercitare il pensiero critico per immaginare e progettare un futuro in cui le innovazioni tecnologiche siano al servizio dell’uomo e della società, anche per rendere accessibile e fruibile il patrimonio culturale per le nuove generazioni”.