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Al Parco delle tombe di Virgilio e Leopardi “La magia dell’uovo”

Sbarca a Napoli il canadese Bruce LaBruce, uno degli artisti contemporanei più stimati per la riflessione di genere, che interagirà con il drammaturgo napoletano Gian Maria Cervo. Insieme porteranno arte e performance in alcune speciali location partenopee, a partire dal Parco delle tombe di Virgilio e Leopardi. Appuntamento per mercoledì 23 luglio 2025 alle ore 18.00 nel parco sospeso sulle pendici orientali del promontorio di Posillipo, con una performance a ingresso gratuito che vedrà protagonisti gli stessi spettatori. Il Parco delle tombe di Virgilio e Leopardi, dove in età augustea fu scavata la Crypta Neapolitana che farà da quinta teatrale alla performance, si anima con un progetto teatro-filmico ideato da Cervo insieme a Bruce LaBruce, “La magia dell’uovo”, che lega le origini di Napoli a quelle della commedia. In questa occasione diventa ancora più evocativo il titolo dell’intervento artistico che allude all’uovo di Virgilio, alla commedia di Dante e alla carica eversiva della commedia dell’arte. L’opera è una narrazione che concentra più epoche in un medesimo spazio e raccoglie voci napoletane e italiane di tutte le epoche con omaggi che vanno da Berni a Di Giacomo, da Settembrini a Ruccello fino a Moscato.

Napoli protagonista del momento teatrale

L’incontro tra Bruce LaBruce – regista, fotografo, scrittore e artista che vive a Toronto e lavora in tutto il mondo – e Gian Maria Cervo, drammaturgo italiano internazionalmente acclamato le cui opere sono state rappresentate presso prestigiose istituzioni culturali in dodici paesi di tre diversi continenti- ha fatto nascere una performance che catapulta lo spettatore in una Napoli sospesa tra mito e contemporaneità. Un attore enigmatico e fluido si immerge in una performance teatrale ispirata al leggendario uovo di Virgilio, simbolo esoterico della città e metafora dell’identità mutevole. Il protagonista – figura a metà tra Pulcinella e un moderno flâneur – si muove tra i vicoli, i teatri e i luoghi sacri di Neapolis, portando avanti un’indagine esistenziale che è anche una prova scenica: un monologo che mescola tradizione, eros e ritualità. Mentre recita versi di Francesco Berni e si confronta con la memoria arcana della città, incontra due personaggi che mettono in crisi la sua percezione della realtà: un ragazzo giovane e misterioso, ribelle e autodistruttivo, e una donna enigmatica, ferita e visionaria. Entrambi sembrano usciti da un sogno o da un vecchio film italiano – nello specifico “Il mare” di Giuseppe Patroni Griffi – e si rivelano come riflessi emotivi e speculari dell’attore stesso. Napoli è il quarto personaggio: viva, ambigua, antica e sensuale. Le sue leggende si intrecciano al presente del protagonista, rievocate in visioni quasi medianiche. Tutto sembra spingere verso la dissoluzione dei confini tra maschile e femminile, sacro e profano, reale e immaginario. Nel continuo tentativo di “dire qualcosa di vero”, l’attore si perde, e con lui anche lo spettatore: ciò che accade è finzione, sogno, o una verità che si manifesta solo nel momento della performance? In questo viaggio teatrale, queer e visionario, si celebrano i 2500 anni di Napoli come un rituale iniziatico, un omaggio poetico al suo spirito metamorfico, alla sua teatralità intrinseca e al potere antico della sua memoria. L’evento è realizzato in collaborazione con la Direzione regionale Musei nazionali Campania e Museum Film, e con la co-curatela di Roberto D’Avascio dell’associazione Arci Movie. La parte teatrale del progetto teatro-filmico di Bruce LaBruce e Gian Maria Cervo vede protagonista Roberto Caccioppoli, che si esibisce in una performance artistica in italiano-inglese-napoletano.