Piazza Mercato palcoscenico di comunità
Dopo il tutto esaurito dei primi cinque appuntamenti, l’ultimo week-end di eventi gratuiti unisce teatro, musica e poesia nel cuore di Piazza Mercato a Napoli. Sul palco della Chiesa di Santa Croce al Purgatorio va in scena l’opera “Nel Nome di Maria” di Elisabetta D’Acunzo e l’adattamento di “Montedidio” di Erri De Luca. La rassegna “Natale Senza Confini” si appresta a vivere il gran finale nel prossimo weekend, con due serate di pura emozione all’insegna di un Natale di incontri, dialogo e comunità. La Fondazione Il Canto di Virgilio, con il sostegno del Comune di Napoli nell’ambito della rassegna “Altri Natali 2025”, trasforma per l’ultima volta in quest’anno, uno spazio sacro di straordinario valore storico-architettonico in vibrante centro di produzione culturale. Un luogo dove l’arte abbatte le barriere e diventa linguaggio universale di condivisione autentica. L’ingresso a entrambi gli eventi è gratuito, con prenotazione obbligatoria su Eventbrite.
Sabato 27 dicembre 2025, ore 18, “Nel Nome di Maria”
Opera musicale di e con Elisabetta D’Acunzo. Con Aniello Palomba, Enrico Valanzuolo e Davide Costagliola. Non una regina distante, ma una madre, una viandante, un simbolo universale. Elisabetta D’Acunzo dà vita a un’opera originale e commovente, in cui canti sacri e profani si fondono alle potenti parole di Erri De Luca. La figura di Maria viene restituita alla sua dimensione più umana e terrena, diventando archetipo di una maternità che è accoglienza, custodia e viaggio. Una performance musicale che tocca le corde più intime dello spirito.
Domenica 28 dicembre 2025, ore 18, “Montedidio”
Piece teatrale tratta dal romanzo di Erri De Luca. Adattamento e regia di Annamaria Russo. Con Nico Ciliberti e Rocco Zaccagnini. Dal romanzo cult di Erri De Luca, un adattamento teatrale che cattura l’essenza di una Napoli che rinasce dal dopoguerra. È la storia di un ragazzo e della sua crescita, dell’incontro con l’“altro” – simboleggiato dalla misteriosa amicizia con il falegname del palazzo – e della solidarietà che germoglia in spazi angusti. Un racconto sulla trasformazione della solitudine in appartenenza, sui legami che salvano e sulle speranze che si costruiscono, giorno dopo giorno, sui “tetti” di una città viva. Un affresco poetico e potente che celebra la resilienza umana.
