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La diagnosi cambia da infarto a tappo di bottiglia bloccato

Per i sanitari del pronto soccorso dei Pellegrini, ospedale situato nel cuore del centro storico di Napoli, a prima vista –seppure nell’emergenza – era sembrato un caso da routine. Un uomo in età da infarto, che arriva trafelato e si mantiene il petto temendo un colpo al cuore. Il primo intervento si è, dunque, concentrato sul dolore al torace. Per poi scoprire, grazie a una radiografia, che si trattava di tutt’altro. Il paziente, infatti, così come evidenziato dalle lastre aveva un tappo di bottiglia rimasto incastrato nell’esofago. Appena preso in carico il paziente, i medici dell’Unità Operativa Complessa di Pronto Soccorso, diretta da Emilio Bellinfante, hanno immediatamente disposto elettrocardiogramma ed esami degli enzimi cardiaci, risultati negativi. Tuttavia, il dolore continuava a presentarsi, accompagnato da fastidi alla deglutizione e dalla sensazione di un corpo estraneo. Ma dopo la radiografia la diagnosi è cambiata da possibile infarto in tappo di bottiglia bloccato all’esofago. Episodio singolare ma non unico. In letteratura, infatti, sono documentati casi di ingestione involontaria di piccoli oggetti, spesso rimasti inosservati per giorni.