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Il Grande albergo delle Crocelle e le leggende su Casanova

Nel Catalogo generale dei Beni culturali si legge: “Dal settecentesco portale in piperno si passa in un ampio androne coperto da volta a botte ribassata, si giunge poi, in una corte quadrangolare sulla quale, in fondo, apre, con l’ampio fornice dei pianerottoli, la scala retta da volte a colo sagomate come crociere, poggiate su quattro pilastri centrali. Nella parte posteriore, dietro la scala, l’edificio è staccato dalla collina attraverso un cortile al quale si accede dal palazzo vicino al n. c. 26. La struttura portante è in muratura di tufo e rinforzi in mattoni; i solai dei piani superiori su travi di legno ad eccezione di qualche rimaneggiamento con putrelle in ferro; la copertura è piana”. Una definizione bella ma, piuttosto, fredda del palazzo che un tempo fu il “Grande albergo delle Crocelle”. Nel quale dimorò, udite udite, Giacomo Casanova. Ma su questo ci torneremo.

Come era lo vediamo in una gouache

Se si cerca una descrizione più consona all’aria retrò che ancora si respira nell’edificio, occorre andare su un sito che vende quadri e qui leggiamo, a pubblicizzare un acquarello a gouache di autore ignoto: “Splendida veduta panoramica della città di Napoli, con tipici personaggi ottocenteschi e il famoso carroccio napoletano. In primo piano il “Grande albergo delle Crocelle”, in via Partenope, nel quartiere di Santa Lucia. L’albergo dove soggiornavano i più imminenti ospiti della città tra cui Giacomo Casanova era un luogo di delizia che fino alla seconda metà del 700 appartenne al principe Imperiali. In secondo piano, molto ben delineata è possibile vedere gli edifici sulla costa della città di Napoli. Esemplare in perfetto stato di conservazione. Eccetera, eccetera”. Vi è in questa seconda descrizione un solo errore, l’indirizzo. Infatti, se è vero che un tempo il palazzo poteva affacciare direttamente sul mare, oggi non è più così. Tutta la costa è stata ridisegnata dagli alberghi e adesso, dall’antico albergo, si può solo respirare l’aria portatata dalla brezza marina e non il panorama. L’indirizzo giusto è: via Chaiatamone 27. Comunque l’edificio, con documenti che attestano la sua esistenza come palazzo-civico, è ora oggetto di tutela da parte della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio ed ha un suo codice di catalogo nel Sistema Informativo Regionale del Catalogo dei Beni Culturali.

Le notti napoletane di Giacomo Girolamo Casanova

Occupiamoci, adesso, dell’avventuriero, letterato e agente segreto italiano, cittadino della Repubblica di Venezia, ma amante del caldo sole di Napoli, Giacomo Girolamo Casanova. Secondo le cronache del tempo, la sua presenza in città fu breve e occasionale, legata principalmente a incontri e eventi che non portarono alla sua stabilizzazione. Eppure, inspiegabilmente, un ponte della città porta il suo nome. Un ponte che collegava via Casanova, che conserva il lemma, a Piazza Nazionale. Scavalcando l’antico fiume Cassano, oggi tombato. Che sia stata una sua influente amante? Inoltre, viene da chiedersi, chi e quante donne incontrava il dongiovanni più famoso di sempre durante i soggiorni al Grande Albergo delle Crocelle, che fino alla seconda metà del XVIII secolo apparteneva al principe Imperiali ed era un rinomato punto di ritrovo per i viaggiatori di riguardo della città? Di storie in giro ve ne sono tante e sono tutte piccanti, come è ovvio. Oggi, però, ne sono testimoni silenziose solo le stanze nelle quali dimorano ignari condomini. Signori se Casanova vi viene in sogno, fatecelo sapere!